I giovani di 10 Universitá italiane intervistati da
Sportello Giovani, sono bocciati a libretto.
Come c´era da aspettarsi, gli studenti vanno peggio delle studentesse anche fuori dalle aule universitarie: ma in generale i risultati dell´indagine sugli stili di vita dei giovani, parlano di un fallimento delle politiche di prevenzione e corretti stili di vita.
Solo 4 studenti su 10 seguono le raccomandazioni nazionali per il corretto consumo quotidiano di frutta e solo 2 su 10 quelle relative all’assunzione delle giuste quantità di verdura. Sono troppi gli studenti sedentari, 3 su 10 non svolgono attività fisica, stessa percentuale per quelli che hanno l’abitudine al fumo e 4 su 10 consumano settimanalmente vino e birra.
Scarsa l’attenzione alla salute riproduttiva per 3 studentesse su 10, che dichiarano di non essersi mai sottoposte a controlli ginecologici. Altissima l’attitudine verso le nuove tecnologie, con rischio di abuso e dipendenza: tutti gli studenti (uomini e donne) hanno almeno un telefono cellulare e 7 su 10 usano smartphone per essere sempre connessi.
Ultimo dato, ma non per importanza riguarda la salute mentale dettata semplicemente dalle ore che si dedicano al sonno. Il fabbisogno giornaliero va dalle 7 alle 8 ore, cosa che gli universitari trascurano e non poco.
Vogliamo parlare delle maratone di studio notturne il giorno prima dell´esame?
Una tra le tante cattive abitudini che andrebbe cambiata.
Ma, malgrado questo dati, la grande maggioranza degli universitari italiani - ben 8 su 10 – si sentono in buona o ottima salute.
"Questi dati ci impongono di prestare una maggiore attenzione in tutte le politiche, e non solo in quelle sanitarie, all´educazione agli stili di vita salutari", ha detto Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. "Il vantaggio è doppio, individuale e collettivo".