L´indagine di concentra su
alcune clausole che obbligano a informare Amazon sulle offerte dei suoi concorrenti, assicurandosi così che non siano più competitive. Queste clausole "possono ostacolare gli altri distributori di testi elettronici nella competizione con Amazon", dice il comunicato rilasciato lo scorso giovedì da Bruxelles, che cercherà di scoprire se questa pratica limita il mercato e riduce la offerta per i consumatori. Amazon è il principale distributore di ebook d´Europa. Per iniziare l´UE si concentrerà sugli articoli con più mercato: i libri in inglese e in tedesco.
E´ la seconda battaglia che le autorità europee per la concorrenza combattono contro Amazon. L´altra, che si presenta come la più importante, si concentra sulle pratiche fiscali aggressive portate avanti da questa e da altre compagnie statunitensi (
su 14 multinazionali, come mostra l´articolo di Ibercampus.es, solo 3 pagano più del 4% di tasse in Europa, contro il 40% negli States). Le multinazionali sposterebbero la maggior parte dei guadagni operati in Europa in Lussemburgo, paese dalla politica tributaria molto vantaggiosa e dove si trova la sede fiscale di Amazon. Gli accordi tra i Lussemburgo e centinaia di multinazionali per queste pratiche di concorrenza fiscale sleale, furono firmate da questo stato, membro dell´UE, durante il governo d Juncker, attualmente a capo della Commissione Europea.
Il ricorso a paradisi fiscali - in un´Unione Europea in cui manca la minima solidarietà fiscale necessaria per sostenere la sua politica di mobilità del lavoro e dei capitali - è stato contestato nell´ambito dei progetti di unione bancaria e fiscale approvati dal Comitato economico e sociale europeo,
grazie all´opera eccezionale di due spagnoli: Carlos Trías, rappresentante dei consumatori spagnoli, e il professore dell´UAM Gustavo Matías, in qualitá di esperto. Nel loro giudizio riguardo l´unione fiscale hanno recentemente proposto l´istituzione di un´assicurazione comune contro la disoccupazione e l´obbligo per le aziende con sede in paradisi fiscali di segnalarlo nelle memorie di responsabilità societaria. Alcune delle loro posizioni hanno ispirato l´attuale governo spagnolo in favore dell´unione fiscale e a sollecitare la Banca Centrale Europea perché si occupi di inflazione e disoccupazione.
Al di là dell´indagine,
Amazon ha annunciato recentemente che inizierà a pagare le imposte nei paesi in cui genera i profitti, rispondendo così alle pressioni europee e della stessa OCSE (il cui principale rappresentante sono gli Stati Uniti duramente colpiti dal fenomeno dell´illegalità fiscale) affinché si evitino le pratiche di pianificazione fiscale già diffuse anche fra le multinazionali spagnole: molte delle aziende di Ibex 35, infatti, hanno anche sedi in paradisi fiscali.
Come nel caso aperto contro Google per le discriminazioni nei confronti dei concorrenti commerciali, la commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vertager
nega che le azioni di Amazon siano semplicemente innovative per il mercato europeo: "Amazon ha sviluppato in modello di successo che offre ai consumatori un ampio servizio, inclusi i libri elettronici. La nostra indagine non mette in discussione questo. Però è mio dovere assicurare che gli accordi fra Amazon e gli editori non danneggino i consumatori impedendo la concorrenza di altri distributori".
Già nel 2011 la Commissione europea aveva messo sotto inchiesta gli ebook di Apple. I dubbi di Bruxelles riguardavano l´azienda americana e cinque grandi editori, sospettati di limitare la concorrenza fissando i prezzi per gli ebook. La disputa si placò con un compromesso che soddisfaceva la commissione.