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Decisione della Corte europea di Giustizia

L´Europa ferma il turismo del welfare
 Un cittadino inattivo non potrà chiedere assistenza sociale in un altro Paese dell´Unione. |
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La Corte europea di Giustizia, che ha sede in Lussemburgo, ha preso posizione oggi su un ricorso di un tribunale tedesco, affermando in una attesa sentenza che un cittadino dell´Unione economicamente inattivo non può chiedere di beneficiare di aiuti sociali in un paese dell´Unione nel quale risiede. La decisione giunge mentre alcuni paesi, tra cui la Gran Bretagna, vogliono mettere un freno alla libera circolazione delle persone in un contesto di incertezza economica e fragilità politica.
Due persone di nazionalità rumena, madre e figlio, si sono viste negare le prestazioni assicurative di base dal Jobcenter Leipzig e hanno fatto ricorso dinanzi a un tribunale locale. Alle autorità tedesche, la madre risulta non avere una occupazione, non cercare lavoro e non possedere particolari qualifiche professionali. Il tribunale sociale di Lipsia si è quindi rivolto alla Corte europea che ha preso una decisione sulla base della direttiva denominata “Cittadino dell´Unione”.
Nella sentenza, la Corte ricorda che durante i primi cinque anni del soggiorno all´estero la direttiva stabilisce una serie di regole. Il paese ospitante deve garantire prestazioni sociali di carattere non contributivo «a condizione che le persone economicamente inattive dispongano di risorse proprie sufficienti». Precisa il tribunale: «Si intende in tal modo impedire che cittadini (…) economicamente inattivi utilizzino il sistema di protezione sociale dello Stato ospitante per finanziare il proprio sostentamento».
Elisabeta Dano e il figlio Florin abitano in Germania dal novembre 2010, quindi da meno di cinque anni. «La Corte statuisce che la signora Dano e suo figlio non dispongono di risorse sufficienti e non possono pertanto rivendicare il diritto di soggiorno in Germania in forza della direttiva Cittadino dell´Unione», si legge nel comunicato pubblicato stamani a Lussemburgo. Il tribunale precisa che una decisione nel merito spetta però al tribunale nazionale.
La presa di posizione giunge mentre molti paesi vogliono limitare in un modo o nell´altro la libera circolazione delle persone. La Germania ha deciso di limitare l´accesso degli stranieri, anche europei, al suo sistema di welfare, mentre addirittura il premier della Gran Bretagna, David Cameron, si è detto pronto a limitare il numero di ingressi nel paese, provocando la viva reazione di molti vicini. In questo senso, la sentenza di oggi ha un peso giurisprudenziale e un significato politico evidenti.
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