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Finite le consultazioni popolari, ora è giunto il momento di trovare una sintesi tra concetti ed opinioni per la definitiva redazione della Dichiarazione dei diritti di internet. Si tratta solo dell´inizio, il tema diventerà sempre più centrale all´interno dei dibattiti.
Dopo la fine delle consultazioni popolari, il prof. Stefano Rodotà (presidente della commissione) ha spiegato, in sintesi, i principi che guidano la redazione della Dichiarazione dei Diritti di Internet.
Nel periodo storico in cui stiamo vivendo, internet è assoluto protagonista. Ad una crescita delle opportunità (sia lavorative che di visibilità), corrisponde altrettanta voglia di controllare lo strumento di veicolazione delle informazioni. Dopo anni di dibattiti e discussioni, Francia ed Italia hanno effettutato un passo in più, la Dichiarazione è discussa da una Commissione parlamentare formata da una composizione mista tra parlamentari ed esperti di settore.
Ormai esistono parecchie codificazioni di diritti fondamentali, in ambito europeo non possiamo dimenticare la Convenzione europea dei diritti dell´uomo. Dati per acquisiti questo tipo di diritti, i lavori si sono concentrati sulle tematiche più specifiche all´argomento.
Alcuni esempi:
Net neutrality: principio giuridico nato nella metà dell´ottocento con lo sviluppo del telegrafo. In questo caso riguarda la posizione dei provider del servizio internet. Tutti i contenuti devono essere trattati equamente, senza imposizioni e senza restrizioni arbitrarie. Le restrizioni possono riguardare più fattori, ad esempio: velocità diverse, costi aggiuntivi e disponibilità di traffico.
Diritto all´accesso: su questo tipo di diritto, la discussione contemporanea riguarda la possibilità di inserirlo tra i diritti umani fondamentali di ultima generazione, trasformandola così in una norma di tipo costituzionale. Il primo paese al mondo ad aver compiuto questo tipo di riconoscimento è stata la Finlandia, nel 2010.
Diritto all´oblio: i motori di ricerca devono omettere, su richiesta, i risultati considerati non più rilevanti, è possibile cioè richiederne la deindicizzazione. Questo diritto è stato riconosciuto dalla Corte di giustizia dell´Unione Europea. Si ricorda soprattutto il famoso caso che ha visto protagonisti Mario Costeja Gonzalez e Google Spagna, riguardante la notizia della messa all’asta per motivi di necessità economica della sua casa 16 anni prima. La Corte ha deciso che è facoltà della persona richiedere la rimozione delle informazioni considerate “non adatte, irrilevanti o non più rilevanti”.
La questione più controversa riguarda invece il diritto d´autore. La Commissione ha preferito non prendere posizione in attesa di ulteriori sviluppi sulla questione, probabilmente i tempi non sono ancora maturi per una sua collocazione. La discussione è tra coloro i quali sostengono l´appartenenza del diritto d´autore alla categoria dei diritti umani, da un punto di vista economico-proprietario, e coloro i quali invece ne vedono principalmente lo scopo sociale di trasmissione della cultura.
I nodi da sciogliere sono ancora parecchi, soprattutto a causa della novità di molti concetti. Posizioni di base differenti avranno bisogno di tempo, per trovare degli accordi su un terreno comune. Le prime codificazioni dei diritti, potrebbero contribuire ad alimentare un dibattito di cui sentiremo sempre più spesso parlare.