Il tuo libro fa un importante riferimento al regolamento dell’ENAC proponendo una sintesi esaustiva ma anche soggetta necessariamente a futuri aggiornamenti. Pensi che questo regolamento possa influire sull’utilizzo dei droni a scopo industriale e intimidirne l’utilizzo a scopo privato o hobbystico?
A scopo industriale, spero di sì. A scopo privato, ti rispondo: purtroppo sì! Parecchie persone si sono buttate su quest’attività un po’ a casaccio. Fino a poco tempo fa non c’erano molte regole, o meglio, c’erano ma non si capivano. Adesso questo regolamento, per quanto complesso e fortemente intimidatorio, è un punto di partenza su una possibile normativa completa. È senza dubbio una cosa positiva perché i droni, se utilizzati inaccuratamente, possono essere strumenti pericolosi. Dal punto di vista hobbystico, il regolamento è così severo che potrebbero esserci delle ripercussioni negative. Chi va nelle fiere e compra droni da 70 euro, forse non sa nemmeno che quel velivolo dovrebbe essere assicurato. Sono comunque convinto che con il tempo le cose avranno uno sviluppo migliore, o per meglio dire, una stabilizzazione, come succede già in Francia.
Droni con fotocamere e videocamere: problemi con il delicato tema della privacy?
C’è un paradosso oggi che riguarda la privacy: abbiamo paura che venga minacciata la nostra intimità, ma poi condividiamo le nostre foto e informazioni su tutti i social network. Comunque lo strumento in quanto tale non è buono o cattivo, dipende dall’uso che ne fai. È più facile ragionare con il buon senso che seguendo una regola. Se faccio una ripresa panoramica con il mio drone e incidentalmente entro dentro un giardino, è ovvio che non posso farlo. Il numero di velivoli del genere in circolazione non andrà ad aumentare i problemi di privacy e riservatezza.
Il drone journalism è una definizione che sta entrando prepotentemente nel glossario di settore: secondo te il giornalismo quali vantaggi trarrà di più dall’utilizzo e dallo sviluppo dei droni?
È chiaro che per chi fa attività di documentazione sul campo può essere molto utile, visto che viviamo nella civiltà dell’immagine; oggi siamo disposti a sacrificare un po’ della qualità visiva pur di guardare le cose su YouTube e soprattutto vederle subito. Questo fa sì che qualunque cosa in più possa esserci che ci aiuti a vedere quello che accade in tempo reale o è successo poche ore fa - a volte in modo quasi morboso - è una cosa positiva. È chiaro che se sei un giornalista di cronaca o impegnato su fronti bellici strumenti di questo genere possono essere di grandissimo aiuto, ma su altri versanti va fatto un discorso diverso. Quando doveva sposarsi George Clooney a Venezia, mi hanno chiamato 3 agenzie – una dalla Spagna – per chiedermi se avevo dei droni per fare delle riprese durante il matrimonio, ma io ho detto di chiamare qualcun altro perché per fare una cosa del genere ci sono aspetti troppo controversi. Nel mondo del giornalismo i droni possono essere usati, ma certamente è molto meglio se vengono usati in modo coerente con il mestiere.
Droni, agricoltura, applicazioni: il progresso tecnologico va in soccorso dell’agricoltura e i contadini stanno diventando 2.0. Possono i moderni software e i droni salvare un settore spesso devastato da eventi imprevedibili e casuali?
Anche questo è un campo che avrà forti sviluppi. Nelle aree di applicazioni en plein air, cioè all´aria aperta, dove ci sono spazi e distanze da coprire, l’utilizzo di questo tipo di velivoli può essere molto vantaggioso. Nel mondo enologico, l’utilizzo dei droni nei vigneti può dare risultati molto interessanti grazie all’utilizzo di termocamere che mostrano la temperatura delle foglie e dei pampini e che ti fanno capire se la pianta sta crescendo bene o se ci sono problemi di parassiti. Poi, come succede per le trebbiatrici, spesso i droni più costosi vengono noleggiati da più persone e utilizzati per specifici scopi in determinati lassi di tempo, in modo da risparmiare sui costi ma anche al fine di ottenere risultati immediati. Più in generale, sono convinto che alcuni contadini diventeranno a breve piloti di droni.
Se un qualsiasi soggetto totalmente ignaro sull’argomento volesse iniziare a pilotare un drone per hobby, cosa gli consiglieresti di fare come primissima cosa?
O hai un amico che lo fa già e che è disposto a insegnarti come si pilota un drone, o ti compri un velivolo molto piccolo e low cost (10-30-50 euro) e voli in casa, indoor: quest´ultima è una strada interessante da seguire, soprattutto se compri velivoli con i radiocomandi veri, non tramite cellulare o componenti più complessi. Insomma, ne devi capire prima il funzionamento, le modalità di guida, ancor meglio se lo apprendi da un amico già esperto. Infatti, se inizi con un drone pesante puoi fare danni, puoi anche romperlo e l’investimento non varrebbe la pena. Basta una mezz’ora con una persona esperta per capire molte cose e poi puoi provare a volare da solo in zone aperte, in posti dove non puoi fare danni. Le prime 4-5 volte che voli stai lontano dalle strade e dalle ferrovie, poi probabilmente diventerà tutto più facile. L´importante è che, se lo fai per hobby, voli in aree non critiche, lontano dalle città.
Se oggi dovessi aggiungere un capitolo in più al tuo libro, cosa inseriresti?
Stanno cambiando alcune cose sul regolamento ENAC, mentre sotto l’aspetto tecnologico alcune cose che ho indicato lì come futuribili cominciano a essere vere. Per quanto riguarda la parte sugli usi non ci sono grandi novità, ma si sta sempre più consolidando l’utilizzo civile di questi velivoli; nonostante il regolamento ENAC, ci sono ancora molti abusivi, ma ci si comincia a mettere in regola e a fare le cose che vanno fatte.
(investireoggi.it)