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Telecom Italia

Bernabè: "Saputo del riassetto dai comunicati"
 Il Presidente dell´azienda di telecomunicazioni è stato ricevuto in audizione alla commissione Industria e lavori pubblici del Senato. Conferma l´impegno di procedere "nel confronto con l´Autorità e la Cdp sullo scorporo della rete", anche se l´esito dell´operazione "non è scontato e richiede tempi molto lunghi". |
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Il presidente della compagnia italiana Franco Bernabè non sapeva niente. È oggi, che lui ha saputto del riassetto grazie ai comunicati stampa. All´indomani del passaggio di controllo di Telecom Italia agli spagnoli di Telefonica attraverso l´aumento di capitale di Telco, la holding che controlla il 22,4% del capitale partecipata anche da Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali, l´attenzione si sposta verso lo scorporo della rete, chiesto a gran voce da più parti.
Proprio sul tema è stato chiamato a riferire davanti alla Commissione Lavori pubblici del Senato, il presidente della compagnia italiana Franco Bernabè che ha esordito dicendo: "Abbiamo avuto conoscenza ieri dalla lettura dei comunicati stampa della recente modifica dell´accordo parasociale tra gli azionisti di Telco. Telefonica diventerà azionista di riferimento di una società che resterà quotata con circa l´85% del capitale sul mercato, comprese le azioni risparmio".
Per Bernabè, "In queste condizioni esiste un concreto rischio di downgrade del debito di Telecom Italia, con inevitabili riflessi negativi sulla capacità di investimento nel medio termine". Per evitare il downgrade, Telecom Italia "deve fare un aumento di capitale". "Una ulteriore alternativa è rappresentata da un aumento di capitale di Telecom Italia, aperto a soci attuali o nuovi, nella prospettiva delle potenzialità di sviluppo dei mercati in cui opera il gruppo e del valore che può essere creato dal progetto di societarizzazione".
In pratica, un aumento di capitale "aperto a soci attuali o nuovi" consentirebbe di ridare solidità finanziaria al Gruppo. Secondo Bernabè , Telecom Italia "conferma il proprio impegno a procedere nel confronto con l’Autorità e la Cdp" sullo scorporo della rete, "ma l’esito finale dell’operazione non è scontato e, in ogni caso, richiede tempi molto lunghi".
I sindacati
I sindacati sono anche in piedi di guerra. A rischio, secondo le stime di Michele Azzola della Slc Cgil, ci sono fino a 16mila posti. Di fronte a questo scenario il Governo "ha il compito di convocare subito le parti sociali e Telefonica per conoscerne il piano e valutare l´utilizzo della golden share prevista dall´articolo 22 dello Statuto di Telecom".
Letta
Il premier Letta assicura che il governo vigilerà sul caso Telecom, anche se gli spazi di manovra sono limitati: "Si tratta di una società privata". "Vigileremo perché ci sia massima attenzione ai profili occupazionali e agli aspetti strategici per l´Italia", ha aggiunto, spiegando che "Telecom è stata privatizzata e di tutte le privatizzazioni italiane non è stata uno dei più grandi successi".
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