Il momento di particolare tensione ha coinciso inoltre con un evento di rilevanza europea. Giovedì scorso, infatti, alcuni rappresentanti della
CCMI -Commissione Consultiva sulle Trasformazioni Industriali (una commissione specifica del
CESE, il Comitato economico e sociale europeo) che funge da organo consultivo europeo, sono arrivati a Roma nell´ambito del progetto "Going Local". Gli esperti europei si sono poi diretti a Terni, dove il giorno seguente hanno incontrato le autorità locali, i sindacati e gli imprenditori,
discutendo delle politiche industriali europee.
In una lettera al commissario europeo alla Concorrenza uscente,
Joaquin Almunia, e al commissario europeo per l´industria e l´imprenditoria
Ferdinando Nelli Feroci, i membri del CCMI hanno descritto la situazione della centrale di Terni. La lettera, datata 13 ottobre, riporta che un gran numero di autorità locali, imprenditori e sindacati imputano questa situazione al
fallimento del piano industriale proposto dalla DG Concorrenza dell’Unione Europea. L´organo europeo viene infatti considerato responsabile dei tre anni di instabilità che hanno causato forti perdite economiche all’impianto, spingendo al taglio di posti di lavoro per riequilibrare il bilancio. La lettera sottolinea inoltre lo scontento dei partecipanti all’incontro a riguardo della definizione geografica del mercato dell’acciaio Inox in quanto europeo, dato che le importazioni da fuori Europa hanno raggiunto ormai il 24%, mentre l’intera produzione europea ammonta al 14% del mercato mondiale.
Il CCMI conclude la lettera auspicando che la Commissione si prenda la responsabilità del proprio errore e
lavori per ristabilire la situazione precedente ai tre anni di crisi, in modo da evitare drastiche conseguenze sociali ed economiche.