Con 151 sì e 119 no il Senato approva il maxiemendamento sulla riforma della scuola su cui il governo aveva posto la questione di fiducia. Contro all´emendamento hanno votato: M5S, Sel, Forza Italia, Lega Nord e i Popolari di Mauro (usciti da poco dalla maggioranza). Il testo a questo punto dovrà tornare alla camera, dove bisognerà votare sul medesimo maxiemendamento. Intanto il ministro dell´Istruzione Giannini ha espresso la sua soddisfazione per aver rispettato la tempistica, che servirà per poter procedere con le assunzioni già da settembre.
La maggioranza ha tenuto, nonostante qualche voto in dissenso da parte di 3 esponenti del Pd (Tocci, Mineo e Ruta). Altri deputati del partito di Largo del Nazareno, come Gotor, Fornaro e Pegorer, hanno voluto esprimere il loro dissenso nei confronti della riforma della scuola, votando comunque la fiducia non volendo far cadere il governo. Queste le parole di Gotor: "Voto soltanto per disciplina di gruppo e di partito, perché sono consapevole che al Senato, non farlo, potrebbe aprire in Italia una crisi istituzionale e politica che il nostro Paese in questo momento storico non può assolutamente permettersi."
Aspre critiche sono piovute dalla Cgil, rappresentata dal segretario Camusso, che si è soffermata sul poco dialogo offerto dal governo nei confronti delle parti sociali. A suo avviso: "La non volontà di dialogo dimostra che non c’è un interesse a far sì che la scuola continui a essere un luogo di istruzione e coesione sociale." Mentre per Forza Italia, la riforma contiene alcuni cose buone (su cui si è soffermato Francesco Russo del Ncd), come ad esempio la maggiore autonomia dei presidi, ma non abbastanza da convincerli al voto favorevole. Queste le parole di Elena Centemero: "Alcuni di questi punti, come il ruolo del dirigente scolastico sono stati annacquati e solo metà delle assunzioni avverranno con il nuovo sistema." Imputando questi problemi al cedimento del Pd nei confronti del sindacato.
Due critiche di senso diametralmente opposto.
Meno istituzionali le critiche di Sel e M5S, che hanno preferito privilegiare la simbologia alle parole. I primi si sono presentati con delle magliette bianche con la scritta "Libertà di insegnamento" e dei fischietti. I secondi con dei lumini rossi per "celebrare il funerale della scuola".